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Immagine del redattoreRoberto Ernesto Pacis

Padre




Nella buia stanza

quand’ il crepuscolo di sera

diviene l’ultima luce

dallo stipo

un brillar favella nella notte

piano

fino a svelare quella quiete intorno

Aprirò

quello scrigno latro di sogni

giacché, fra l’abiti

un ciel di lucciole s’é schiuso

Distendi i pugni, oh, padre

e sopisci quella speme

bramata, tant' ormai disillusa

poiché non v'è certezza

dal cuor

il lato nel cader d'una lacrima

ma quel cader

per quanto lontana ai tuoi occhi possa

non è che

un incompreso volo

Ed ora, fra felci

e l'odore de l’ortica macerata

posa la selice

che dalla falce il filo

nel tempo che fu

quella mano eradicò i pendenti desii

come raggi impertinenti

di quel sole che per vivere

volgea in altri cieli


“Non scorgi in cielo

quante lucciole vi son questa sera”




Stipo: la patta di una serratura, il foro nel quale infilare la chiave

Latro: ladro

Selice: selce, pietra per affilare il filo tagliente della falce

Eradicare: sradicare



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