Quando fu l’alba
ed il primo profetico squittio
ne palesò il giunger
parve tardo, poiché avea
tetesto il sol fra le labbra
Il disio
in quel fievole calore
a celar il tocco di mani cieche
un bacio
come luce a rivelar
silentemente, quel che giace
Appare lecito agli sguardi
il mutar di colori e forma
or che la selice
arida il giaciglio di nudi pioppi
al morir di marzo
adagiato nell’alba d’un aprile
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