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Immagine del redattoreRoberto Ernesto Pacis

Senza meta


Senza meta, senza ordine come foglie

cadute, sparse per i lunghi viali,

le sfioravo volgendo lo sguardo; così

camminavo senza giudizio.

Il capo chino a non volere distrazioni,

il cappello a coprir intera la fronte

e il soprabito col collo alzato a riparo dal vento,

ho lasciato sfumare i passi dietro me,

senza resistenza alcuna; con le mani in tasca.

Giocherellavo con una monetina in tasca, l’ultima.

Fra le dita solevo farla correre fra l’uno e l’altro,

quando non la trovai più. L’avevo perduta!

Alzai lo sguardo confuso, disperato,

il fiato era rapido e nuvole s’affrettavano ad uscire

inumidendo le mie labbra divise da una bocca sgomenta;

perso nel buio di una certezza svanita.

Non mi riconobbi.

La strada silenziosa e cenerina non era solita

nelle mie uscite. Poi, la vidi.

Lo sguardo mio incrociò il suo;

non volevo. No, desideravo rimanere solo,

non imbattermi in lei, bella e maliziosa.

I capelli rossicci le coronavano le spalle fiere

ed il viso annebbiato dal freddo era pallido,

un delicato il rossetto e tenue era il segno

ad ornare occhi neri, profondi

sfuggenti come acqua fluente. Un velo

a non coprire, celare la propria fragilità discreta.

Sentivo il passo suo, agile, fronte a me

ed il cuore accelerò. Divennero pressanti nel petto

i battiti ed il fiato, ora, mi venne meno.

Poi, in tasca, un lieve tocco; la moneta! Ritrovai la moneta.

Abbassai lo sguardo, mi richiusi

nel collo rialzato del cappotto e passai oltre.

Sentivo ancora quello sguardo sulle mie spalle

e come un brivido di freddo me ne scrollai il peso.

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