Ora, con le luci che a poco saranno cieche
insolenti e buie sto scrivendo di te Le mani, una immobile
a tratti tamburellante
l’altra in equilibrio con la penna
sta in percorsi sconosciuti
come linee del tuo cuore
"Oh, quanto desiderate!"
Le dita, ora sfiorano le tue primavere
che infuocano al tocco e, in un impercettibile fremito quale il disio, scendono sulle morbide labbra mute e ne suonan le rugosità mestamente tinte del mio calore Cede il capo tuo
si adagia al cielo, esanime Il mio desiderio la sorregge
e tu con occhi primigeni, ti lasci condurre in un giro di valzer
che si ripete e ripete mentre l’altra mano, la destra modella l’incanto
Avvicino la sete mia che arida la voce leggero il respiro toglie il ricordo delle mani mie, dai tuoi occhi e nel silenzio
che confonde il principio con la fine
ne colgo uno che giace ancor spoglio quello di un bacio appena accennato perché sia infinito
vivo in ogni parola
Così ora, con il viso tuo fragile nella sua immutabile bellezza
fra le mani ferme, il bacio ti sorprende Il piacere ti scende dagli occhi e ne godo il gusto sapido, sincero d’un non più
ma tanto desiato bacio
Una fitta nebbia si raddensa i lumi, ora inespressivi
sembran zampilli di luce
Le candele piano, piano si consumano
com' un bacio
che risale dal madore dell'Amore
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