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Immagine del redattoreRoberto Ernesto Pacis

UN BACIO


Ora, con le luci che a poco saranno cieche

insolenti e buie sto scrivendo di te Le mani, una immobile

a tratti tamburellante

l’altra in equilibrio con la penna

sta in percorsi sconosciuti

come linee del tuo cuore

"Oh, quanto desiderate!"


Le dita, ora sfiorano le tue primavere

che infuocano al tocco e, in un impercettibile fremito quale il disio, scendono sulle morbide labbra mute e ne suonan le rugosità mestamente tinte del mio calore Cede il capo tuo

si adagia al cielo, esanime Il mio desiderio la sorregge

e tu con occhi primigeni, ti lasci condurre in un giro di valzer

che si ripete e ripete mentre l’altra mano, la destra modella l’incanto

Avvicino la sete mia che arida la voce leggero il respiro toglie il ricordo delle mani mie, dai tuoi occhi e nel silenzio

che confonde il principio con la fine

ne colgo uno che giace ancor spoglio quello di un bacio appena accennato perché sia infinito

vivo in ogni parola

Così ora, con il viso tuo fragile nella sua immutabile bellezza

fra le mani ferme, il bacio ti sorprende Il piacere ti scende dagli occhi e ne godo il gusto sapido, sincero d’un non più

ma tanto desiato bacio


Una fitta nebbia si raddensa i lumi, ora inespressivi

sembran zampilli di luce

Le candele piano, piano si consumano

com' un bacio

che risale dal madore dell'Amore


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