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VAGABONDO

Immagine del redattore: Roberto Ernesto PacisRoberto Ernesto Pacis


Ho vagato per giorni

cercandomi negli anfratti della roccia

nella desolazione di volti sconosciuti e pigri

Ho vagato chino nei deserti

tracciando l’arida terra e

fra le pieghe di quei granelli arroventati

arrovellati come pensieri

sconsolati

ho visto la pianura innalzarsi a monte

la salita culminare in discesa

e poi ancora ascesa

Per giorni

ho visto la terra farsi fuoco e gelo

la notte durare quanto una vita

il cielo tingersi d'alba e tramonto e

in ogni sole e luna, ho cercato

Ho navigato, come solo nei sogni lo si può

cercando di lenire le increspature del mare e

nell’acqua troppo sapida, la sete il mio vagare

ha cresciuto silenzi

Il desiderio diviene pungente

dal fiato il dolore

mi ritrovai riflesso nel suo disprezzo che

taceva gemiti e vergogna

M’alzai e rivestii il mio passo

ora che il viaggio era nel mio cuore

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